Tutto ciò che devi sapere su Frieze New York 2018
Aria di novità per i fan di Frieze New York: l’edizione di quest’anno punta dritto alla qualità presentando un variegato spaccato di opere internazionali, dai talenti appena scoperti alle figure più influenti del XX secolo. Con l’introduzione di nuovi programmi, curatori e un nuovo layout, Frieze New York 2018, per la sua settima edizione, prosegue il suo impegno tutto dedicato all’eccellenza artistica.
Una delle novità del 2018 è innanzitutto il cambio di guardia alla direzione artistica: la fiera è la prima edizione newyorkese sotto la guida di Loring Randolph. Direttrice per 11 anni della Casey Kaplan Gallery di New York, art dealer per Sotheby’s Londra, un’esperienza pluriennale come exhibitor alla Frieze Fair, la Randolph sembra avere un cv di tutta eccellenza per affrontare al meglio questa nuova sfida.
Anche per quest’anno, seguendo la linea già sperimentata nel 2017, i giorni di apertura al pubblico sono tre (4-5-6 maggio) cui si aggiunge la giornata di preview per gli addetti ai lavori, in programma il 2 e il 3 maggio.
Numeri alla mano l’edizione di quest’anno conta più di 190 gallerie provenienti da 30 paesi: e se sono come sempre i padroni di casa ad aggiudicarsi il podio delle presenze crescono anche le partecipazioni delle gallerie oltreoceano. Tra i fedelissimi non mancano la galleria newyorkese di Gavin Brown, il colosso Gagosian – che quest’anno ha scelto di presentare le opere dell’artista Robert Therrien – la Lisson Gallery di Londra e Partners and Muciaccia Gallery, che per il 2018 punta ancora sull’arte italiana presentando al suo Booth le opere di Carla Accardi. Ci riprovano anche gli italiani della Castelli Gallery e Nicolò Cardi con la sua galleria di Londra che lo scorso anno ha registrato fatturazioni da record con le opere di Mimmo Paladino e Giuseppe Penone.
Al loro fianco alcune delle realtà più interessanti del panorama nazionale più giovane e dinamico, provenienti soprattutto dai paesi latinoamericani e asiatici.
Grandi nomi, artisti internazionali e opere da capogiro: ma quanti collectors potranno permetterselo senza prosciugare il conto in banca? Gli exhibitors di quest’anno fanno fronte alla crisi economica presentando opere anche al di sotto dei 1.000 $. E per i portafogli pieni invece non mancano opere con costi over $ 200.000.
Ma le novità non finiscono qui e quest’anno ad essere rinnovati sono persino gli allestimenti: Frieze New York si rifà il look grazie alla riprogettazione architettonica affidata ad uno degli studi architettonici più cool del momento, l’Universal Design Studio di Londra (già artefici del restyling di Frieze London).
Grande attesa per il debutto del programma “Live”, che consisterà in una serie di performance, spettacoli ed eventi interattivi in collaborazione con le gallerie.
E se innovazione e sperimentazione sono le parole chiave dell’edizione 2018, importanti novità non mancano anche nei criteri di ammissione. La fiera – che negli ultimi anni ha sofferto maggiormente la competizione con il mercato fieristico – prova infatti a rilanciarsi mettendo in discussione il proprio format. Accanto alle grandi gallerie internazionali quest’anno troveremo infatti anche gli art dealers, i quali, senza una sede fisica ma con una rosa elevata di clienti internazionali a disposizione, potranno competere apertamente con le gallerie per accaparrarsi le vendite migliori. Un grande passo per il mercato dell’arte.
Come ogni anno, per tutti i visitatori accorsi per Frieze, la Grande Mela offre anche numerosi appuntamenti e mostre collaterali. Da non perdere la personale che Gagosian dedicherà a Damien Hirst (e che casualmente inaugurerà lo stesso giorno di Frieze); atmosfera tutta italiana invece per la Luxembourg&Dayan Gallery, che dedica la prossima retrospettiva a Domenico Gnoli, mentre il Guggenheim Museum accoglie i suoi visitatori con una grande esposizione dedicata ai lavori di Constantin Brancusi. E per i veri appassionati (e grandi camminatori!) l’offerta fieristica non si limita agli stand di Frieze, ma guarda alla città intera: il Park Avenue Armory ospiterà la versione primaverile del gigante fieristico di Maastricht, TEFAF New York Spring; a Brooklyn invece andrà in scena l’arte africana con 1:54 Contemporary African Art Fair. Insomma, nella città che non dorme mai di certo le possibilità di annoiarsi sono come sempre pari a zero.
Il countdown è iniziato, gli addetti ai lavori sono fiduciosi, il pubblico è impaziente. Stay tuned.