Le Rivoluzioni spaziali di Lucio Fontana
Le Rivoluzioni spaziali di Lucio Fontana
Lucio Fontana (1899-1968) è certamente uno degli artisti italiani maggiormente conosciuti nel panorama globale artistico. La rivoluzione da lui operata nel mondo dell’arte con l’ideazione del movimento dello Spazialismo, ha ispirato molte delle generazioni seguenti. Fontana, l’artista dei buchi e dei tagli, che ha suscitato con le sue emblematiche opere stupore, ironia, scetticismo, consensi e disaccordi è ancora oggi una delle figure chiave dell’arte contemporanea. Emblema delle rivoluzionarie teorie sullo spazio I suoi Concetti spaziali, i Buchi, i Tagli continuano a lasciare il mondo dell’arte (e non solo!) senza fiato, tanto che le sue opere hanno persino ispirato i piatti gourmet degli chef stellati Eugenio Boer e Massimo Bottura.
Perché i tagli?
Molti sono stati, sono e saranno critici nei confronti di quello che è stato, probabilmente, il gesto più significativo dell’arte del ‘900: “avrei potuto farlo anch’io” è la frase più ripetuta davanti agli scettici spettatori davanti un’opera di Fontana. Eppure, quel gesto racchiude in sé una quantità di significati, innovazioni, sperimentazioni, genialità che hanno contribuito a rendere Fontana un Artista con la A maiuscola.
Fontana non considera la tela un banale supporto adibito all’attività artistica. Lui tratta la tela come materia e, in quanto tale, deve essere lavorata, plasmata, modificata. Fino al suo definitivo superamento. Il taglio di Fontana, o i buchi che fa sulla tela, sono soprattutto una ricerca di potenzialità spaziali ancora inesplorate, di luoghi dell’arte oltre la tela. Ed è questo che continua ad affascinare lo spettatore di fronte ai suoi lavori.
La produzione grafica
Forse un aspetto poco noto è che Fontana era un grafomane e disegnava spesso, non solo i progetti che aveva in testa, ma anche delle scenette, degli schizzi, dei ritratti di donna ecc. Accanto alle sue pitture le opere su carta di Fontana rappresentano una vera e propria mappa grafica e concettuale del pensiero e della ricerca dell’artista.
In un arco cronologico di quarant’anni – dal 1928 al 1968 – è stupefacente la mole di opere su carta (ben 5700 opere archiviate!) emblema di una delle espressioni creative d’avanguardia più significative e inventive del secolo trascorso.
Non dimentichiamoci che proprio le prime rivoluzionarie opere come i Buchi del 1949 nascono su carta, così come sono di carta telata i fogli che Fontana lacera per arrivare ai primi Tagli. La carta insomma è il materiale ideale per l’artista dove sperimentare, affondare il segno, anticipare i lavori plastici ma capace di mantenere ugualmente una forte autonomia.
Fontana da record
Difficile immaginare il successo delle ultime edizioni delle Italian Sales senza la leadership delle opere di Fontana.
Di qualche settimana fa il nuovo record italiano: il top price dell’ultima asta Sotheby’s lo ha raggiunto un Concetto spaziale con 4 tagli su fondo rosso (73×60 centimetri) pagato ben 2,4 milioni di euro.
Ma è soprattutto la serie di 38 riproduzioni del Concetto spaziale, La fine di Dio, realizzate a partire dal 1963 che ha strappato i risultati più importanti nelle aste degli ultimi anni: basti pensare che il dipinto ad olio Concetto spaziale, La fine di Dio del 1964 è stato aggiudicato da Christie’s, New York, per 29.173.000 $
Artista enigmatico: ha parlato pochissimo nella sua vita ed ha prodotto moltissimo. Ma un’unica certezza è che Lucio Fontana ha sempre saputo stupire.