The London Mastaba: L’ultima meraviglia di Christo «We only do works of joy and beauty».
The London Mastaba
“Ogni lavoro che facciamo è come una spedizione, qualcosa di incredibilmente rinvigorente”.
L’artista bulgaro Christo, dopo un lavoro di oltre due mesi, regala alla città di Londra la sua ultima fatica e la sua prima grande opera pubblica nel Regno Unito, visibile in questi giorni: The London Mastaba, una installazione ambientale galleggiante composta da 7.506 barili coloratissimi nel Serpentine Lake, alle spalle di Kensington Palace. “Per tre mesi (fino al 23 settembre) The London Mastaba farà parte dell’ambiente di Hyde Park nel centro di Londra” dichiara Christo, specificando che “i colori si trasformeranno con i cambiamenti della luce e il suo riflesso sul Serpentine Lake sarà come una pittura astratta. È stato un piacere lavorare con The Royal Parks per realizzare The London Mastaba e con i nostri amici della Serpentine Gallery per creare una mostra che racconta la storia di Jeanne-Claude e dei miei 60 anni di utilizzo di barili nel nostro lavoro”.
Pare che sia stato Hans-Ulrich Obrist, il direttore della galleria, a seguito del successo della Floating Piers sul lago d’Iseo, a chiamare l’artista per un suo “intervento” e che subito Christo, durante una passeggiata nel parco, abbia indicato la porzione di specchio dove sarebbe sorta la sua mastaba.
The Mastaba of Abu Dhabi: il sogno di Christo e Jeanne-Claude
La London Mastaba non è altro che un test per un’altra ambiziosissima mastaba (otto volte più grande) che Christo sogna di innalzare nel deserto di Abu Dhabi: una scultura alta 150 metri, profonda 225, lunga 300, interamente composta di barili di petrolio, concepita con la moglie Jeanne-Claude già dal 1979, anno in cui hanno compiuto il primo viaggio negli Emirati Arabi per scegliere la location giusta e i colori così sfavillanti per i barili.
L’artista ha scritto nel suo libro “The Mastaba, Project for Abu Dhabi, 2012” che l’opera non ha né allusioni politico-economiche, né nulla a che fare con le piramidi egizie, concetto che ribadisce con le parole di Jeanne-Claude: «We only do works of joy and beauty.»
Dopo ripetuti sopralluoghi, nel 2007 la coppia individua la location nel deserto di Al Gharbia, presso l’oasi di Liwa, in un’area a 160 km da Abu Dhabi. Chiama i quattro migliori ingegneri del mondo e la società di Stoccarda Schlaic Bergermann und Partner per verificare la fattibilità del loro progetto e la Mercedes-Benz e la BMW per creare i colori dei barili. Il Guardian riferisce che vicino alla Mastaba sorgerà anche un campus con una mostra dedicata al progetto, un hotel e un ristorante.
I Packages
I nomi di Christo e Jeanne-Claude sono quasi da sempre associati a quello di “package”, la loro consolidata pratica artistica di impacchettare con fogli di cellophane edifici simbolo o elementi naturali. Si tratta di una operazione dadaista ispirata all’ L’Enigma di Isidore Ducasse di Man Ray (una macchina da cucire avvolta in una coperta che ne nascondeva la forma e faceva incuriosire), alludendo alla mania degli involucri con cui la civiltà dei consumi rivela e occulta. É il mezzo per rendere visibile il mistero che avvolge qualsiasi oggetto. Utilizzando le parole di Christo: “Molti dei nostri progetti hanno dimensioni di pianificazione urbana uguali a quelli della costruzione di un’autostrada o un ponte. Sono così vicini anche nel processo di autorizzazione, affrontiamo problemi identici a chi costruisce un’autostrada, o un grattacielo, o un ponte”.
Chi è l’autore? Quale è l’opera?
“Molte persone hanno difficoltà a leggere i nostri progetti, non si tratta di scultura o pittura, il nostro lavoro è quello che è: sono totalmente opere d’arte, esistono solo perché io e Jeanne-Claude vogliamo che esse esistano”.
Guardando le installazioni di Christo è difficile stabilire quale sia l’opera, se il risultato finito o il processo di progettazione che lo ha determinato (sopralluoghi, disegni, mediazione burocratica, coinvolgimento di maestranze). Inoltre, si tratta di opere non destinate all’eternità, che nascono per essere temporanee e per non modificare irreversibilmente il territorio in cui intervengono. L’artista costruisce quindi opere effimere e temporanee, contraddicendo il dogma occidentale della perennità dell’arte.
Sia la Mastaba che gli impacchettamenti sono happening che coinvolgono migliaia di persone. L’organizzazione di eventi coinvolge centinaia di persone: Christo esegue i primi disegni, Jeanne-Claude si occupa degli aspetti organizzativi e politici, sponsor, montatori e fotografi.
Vanno considerate parte dell’operazione complessiva anche la produzione di corde, la rassegna stampa dell’evento, o anche le richieste di autorizzazione? Chi è dunque l’autore? Ecco che si perde il concetto di autore per parlare di una intera collettività, un po’ come accadeva nell’edificazione corale delle cattedrali medioevali o delle piramidi egizie.
Le opere più impegnative
La performance più famosa di Christo e Jeanne-Claude è sicuramente l’impacchettamento del Reichstag, a Berlino, nel 1995. Per l’occasione, il Parlamento tedesco è stato coperto da 100mila metri quadri di tessuto di propilene argentato e legato con 15 chilometri di cavi. All’impresa hanno lavorato 70 climber specializzati e oltre 120 operai. Questo impacchettamento ha necessitato di oltre vent’anni di lavoro (dal 1971 al 1995), soprattutto per problemi burocratici: un duro lavoro che dà alla coppia una fama mondiale.
Nel 2016 la Floating Piers richiama l’attenzione, oltre che di tutta la stampa mondiale, di un milione e 200mila visitatori accorsi sul Lago d’Iseo, per percorrere il pontile galleggiante che per 16 giorni, (18 giugno – 3 luglio 2016), ha collegato Sulzano alle isole di Montisola e San Paolo.
Ormai universalmente riconosciute come omaggio e non più come insulto ai luoghi prescelti, le foto dei packages di Kassel Documenta del ‘68, la Wrapped Roman Wall e l’impacchettamento di Porta Pinciana a Roma sono le opere scelte dai notri curatori che potrete acquistare direttamente su Mizar.