Lettera indirizzata a Mino Maccari, firmata Benedetti
Bel documento che testimonia la corrispondenza tra il pittore Mino Maccari e il giornalista e scrittore Arrigo Benedetti.
L.T.S. indirizzata a Mino Maccari, firmata Arrigo Benedetti. Fagnano, 12 novembre 1934. 1p. con correzioni e sviluppi.
“I soliti appunti. Illusi o cortigiani”
Interessante lettera che descrive il ruolo e la titubanza dell’uomo di cultura durante il ventennio fascista, quando la linea dittatoriale di Mussolini diventa intransigente e la libertà di pensiero e di stampa è gravemente in crisi.
“Ho poche idee, ma confuse” Ennio Flaiano fa dire a Mino Maccari nel “Diario Notturno”.
“Tu sei un vecchio sincero fascista, ma credo che molti dubitino della tua sincerità e nobiltà”, confessa Benedetti in questa lettera a Maccari, e continua: “Il momento è triste, si rischia di passare per illusi se si dicono le proprie opinioni, o per cortigiani, appena si mentovi la parola “fascismo””.
Benedetti offre una soluzione e consiglia a Maccari, non più quindi il “Tarpone” (maniera toscana per indicare topo, grosso, aggressivo e nero come uno squadrista), di limitarsi “alla cronaca di fatti lontani, discorsi su idee non contingenti ma eterne. (…) Occorre rifugiarsi (..) nella cultura e vedere con occhio nuovo molte cose che già invece paiono pacifiche”. Il Selvaggio, la rivista di Maccari, aveva già cambiato rotta: da giornale fascista, anti borghese e rivoluzionario punta sul terreno culturale. “Addio al passato” è l’articolo che inaugura questa nuova stagione di arte, satira politica e letteratura, sempre seguendo la tradizione paesana e beffarda, in realtà colta. Nel ’34, seguendo l’appunto di Benedetti, Maccari accentua questo indirizzo.
LEGENDA ABBREVIAZIONI:
- L.T.S. lettera dattiloscritta firmata